Primo trimestre: Ecografia della gravidanza iniziale
Quali sono le finalità dell’ecografia precoce del I trimestre?
La valutazione del numero dei feti, della loro vitalità, della sede intrauterina dell’embrione/feto e della corrispondenza dell’epoca gestazionale (datazione ecografica della gravidanza). Viene raccomandata in tutte le gravidanze anche in assenza di indicazioni specifiche.
Quando viene ridatata la gravidanza?
L’epoca gestazionale viene corretta ecograficamente sulla base della misura della lunghezza del feto, intesa come lunghezza del suo corpo (escluse le gambe), ossia la lunghezza cranio-caudale o CRL. La gravidanza viene ritardata quando non sia disponibile una ultima mestruazione attendibile o quando venga riscontrata una differenza significativa (> 7 giorni) tra il valore del CRL osservato e quello atteso per l’epoca gestazionale (basata sull’ultima mestruazione).
L’ecografia precoce del I trimestre permette di escludere tutti i problemi della gravidanza?
L’ecografia ostetrica precoce non può escludere altre problematiche della gravidanza oltre quanto specificato. Si fa presente che la diagnosi di eventuali patologie della gravidanza del I° trimestre non sempre è effettuabile durante il primo esame ecografico e alcune di queste diagnosi non sono fattibili sempre con elevato grado di affidabilità (es. gravidanza extrauterina).
Come si effettua l’esame?
L’ecografia ostetrica precoce viene eseguita preferibilmente per via trans-vaginale, come l’ecografia ginecologica (inserimento in vagina di sottile sonda con involucro monouso); in assenza di specifiche patologie, è un esame indolore (occasionalmente leggermente fastidioso) e privo di effetti collaterali.
Oltre alla datazione che altro può rilevare l’ecografia precoce del I trimestre?
Come menzionato in precedenza, l’ecografia precoce del I trimestre può rilevare una gravidanza multipla, un aborto spontaneo, una gravidanza in sede anomala (p.e. gravidanza extra-uterina) oppure può evidenziare anomalie dell’utero e degli annessi uterini. Si rammenta che alcune condizioni patologiche come la gravidanza extrauterina e l’aborto spontaneo, possono solo essere sospettate in epoche gestazionali precoci e richiedere controlli ecografici successivi a breve termine associati ad esami di laboratorio. In caso di gravidanza multipla, è importante definire il numero dei sacchi amniotici (amnionicità) ed il numero delle placente (corionicità).
Translucenza nucale-anatomia sistematica
Come si effettua l’esame?
L’ecografia del I trimestre si esegue per via trans-addominale tra l’11° e la 13°+6 settimana nella maggior parte dei casi. Ma non si può escludere che sia necessario eseguire l’esame anche per via transvaginale.
Quali sono le finalità dell’ecografia tra 11+0 e 13+6 settimane?
Le principali finalità di questa ecografia sono la valutazione della vitalità fetale, la misurazione della translucenza nucale, la valutazione di base dell’anatomia fetale e, qualora la donna opti per lo screening per aneuploidie, la valutazione del rischio per le comuni trisomie nell’ambito del test combinato. Se non eseguito in precedenza, durante questa ecografia va valutata la corrispondenza dell’epoca gestazionale (datazione ecografica della gravidanza), il numero dei feti e, se la gravidanza è multipla, il numero dei sacchi amniotici (amnionicità) e delle placente (corionicità).
In che cosa consiste la misura della translucenza nucale (NT)?
La misurazione della translucenza nucale dovrebbe essere eseguita in tutte le donne in gravidanza. Si tratta della misurazione dello spessore del tessuto sottocutaneo della regione nucale del feto, effettuabile fra 11+0 e 13+6 settimane gestazionali, che deve essere valutata, con la corretta metodologia e programmazione, in appropriati ambulatori da operatori certificati e sottoposti a controlli periodici di qualità.
La translucenza nucale normale abbassa il rischio di anomalie fetali, viceversa se aumentata rappresenta un indicatore di rischio per patologie genetiche incluse le più comuni trisomie (es. trisomia 21, 18 e 13) e patologie malformative (anomalie strutturali cardiache o extracardiache).
In che cosa consiste la valutazione di base dell’anatomia fetale nel I trimestre?
Qualora eseguita, questa procedura permette di sospettare alcune malformazioni fetali maggiori. Tuttavia in questo stadio precoce della gravidanza, la valutazione anatomica del feto è molto limitata e maggiormente condizionata da fattori come l’obesità o l’aumentato spessore della parete addominale. Bisogna sottolineare che l’ecografia di screening del II trimestre (Morfologica) è caratterizzata da una maggiore accuratezza e rimane l’esame ecografico raccomandato per lo screening delle anomalie strutturali del feto.
In quali casi è necessaria una valutazione approfondita dell’anatomia fetale nel I trimestre?
In tutte le pazienti in cui l’esame di screening delle 11+0 e 13+6 settimane rilevi una translucenza nucale maggiore o uguale di 3,5 mm o una sospetta anomalia strutturale fetale, è necessario programmare una valutazione approfondita dell’anatomia fetale presso un Centro con operatori specializzati nell’esecuzione di un’Ecografia di Riferimento.
Secondo trimestre: Ecografia Morfologica
Perché fare l’ecografia di screening del II trimestre?
La finalità principale della ecografia del II trimestre di gravidanza è quella di studiare l’anatomia fetale. Le malformazioni fetali sono infatti delle condizioni di patologia anche gravi che complicano la gravidanza di 2-3 donne su 100.
Questo è il motivo per cui tutte le donne in gravidanza vengono sottoposte ad esami ecografici di screening il cui scopo è quello di individuare i feti a rischio di malformazione fetale al fine di offrire ad essi un percorso diagnostico idoneo.
L’esame consente oltre allo studio dell’anatomia e delle dimensioni fetali, la valutazione della quantità di liquido amniotico e della localizzazione placentare. È possibile anche eseguire nel corso di questa ecografia una datazione ecografica della gravidanza nel caso in cui non sia stata effettuata un’ecografia di datazione nel I trimestre.
Quando eseguirla?
Tale indagine si esegue fra 19 e 21 settimane compiute di età gestazionale.
Come si svolge l’esame ecografico del II trimestre di gravidanza?
Il Medico effettua l’esame appoggiando la sonda ecografica sull’addome. Talora è necessario applicare una certa pressione per ottenere immagini nitide. Non sempre l’esame può essere effettuato in modo completo al primo tentativo e questo non vuol dire che ci siano problematiche. È possibile che la condizione di alcuni organi (es. stomaco o vescica vuoti) non consentano il completamento dell’indagine: questo potrebbe richiedere un ulteriore valutazione nel corso della stessa seduta o anche nei giorni successivi. Nel caso in cui venga evidenziato un reperto sospetto il medico esaminatore potrebbe richiedere una ulteriore valutazione presso un centro di riferimento.
È possibile rilevare con l’ecografia malformazioni fetali?
A parte rare eccezioni, non esistono anomalie fetali che sono individuabili sempre e con certezza. Dall’analisi dei dati italiani disponibili emerge che solo il 32% delle anomalie congenite viene identificato in epoca prenatale nel II e III trimestre. Pertanto, per i limiti intrinseci della metodica, è possibile che alcune anomalie fetali, anche gravi, non vengano identificate in epoca prenatale. La possibilità di individuare un’anomalia non dipende necessariamente dalla gravità del difetto ma dalle sue dimensioni e dalla più o meno evidente alterazione dell’immagine ecografica che ne risulta. L’accuratezza dello studio ecografico nell’ individuazione delle anomalie fetali può essere limitata dalla sfavorevole posizione del feto in utero, dalla ridotta quantità di liquido amniotico e dalla presenza di altri fattori quali cicatrici addominali, gemellarità, nodi di mioma e scarsa penetrazione degli ultrasuoni attraverso la parete addominale materna (condizione frequente nelle gestanti obese). Inoltre, un gruppo di malformazioni a carico di ciascun distretto anatomico del feto (cosiddette evolutive) può comparire solo in epoca di gravidanza avanzata o addirittura dopo il parto e non essere perciò rilevabile nel corso dell’esame ecografico di screening effettuato nel II trimestre. Per tutti questi motivi, anche se un esame ecografico di screening del feto nel II trimestre si conclude con un esito normale (evenienza che si verifica nella maggior parte dei casi) non è possibile essere del tutto certi che quel neonato non avrà malformazioni congenite.
È possibile con l’ecografia sospettare anomalie genetiche?
Non è compito dell’ecografia di screening del II trimestre l’individuazione delle anomalie genetiche (cromosomiche e non). Infatti non tutte le malattie genetiche presentano malformazioni rilevanti ed evidenziabili all’esame ecografico.
Terzo trimestre: Crescita fetale
Perché fare l’ecografia del III trimestre?
Gli scopi per il quale tale accertamento viene proposto ed effettuato sono la valutazione della crescita fetale, della quantità di liquido amniotico e della localizzazione placentare.
Nel III trimestre si effettuano misurazioni di alcune strutture del feto (testa, addome, arti), ed i valori di tali misure vengono confrontati con quelli delle curve di riferimento per valutare se corrispondono a quelle attese per l’epoca di gravidanza.
Nella popolazione ad alto rischio per problematiche di crescita fetale, l’ecografia del III trimestre permette di identificare alterazioni dell’accrescimento fetale e/o anomalie del liquido amniotico. In questa popolazione, potrebbe rendersi necessaria anche una valutazione della velocimetria Doppler dei distretti utero-placentari e/o fetali, a seconda dell’epoca gestazionale e della patologia sottostante. Nelle donne con sospetta localizzazione anomala della placenta è indicata l’esecuzione di una ecografia trans-vaginale per la diagnosi di placenta previa o placenta bassa. Nei casi di sospetto accretismo placentare (invasione anomala della placenta) è indicato un inquadramento più approfondito presso i centri con adeguata esperienza in tale valutazione.
È sempre possibile rilevare un difetto o eccesso di crescita del feto o del liquido amniotico?
La crescita è un fenomeno dinamico per cui una certa percentuale di ritardi o di eccessi di crescita fetali o variazioni della quantità del liquido amniotico non sono rilevabili con questo esame ecografico per una successiva insorgenza dell’anomalia. Per tutti questi motivi ad un esame ecografico del III trimestre che si conclude con un esito normale (evenienza che si verifica nella maggior parte dei casi) non corrisponde sempre la certezza della nascita di un individuo non affetto da alterazioni della crescita o del liquido amniotico o di una regolare evoluzione della gravidanza.
È possibile rilevare con l’ecografia malformazioni fetali nel III trimestre?
Il riconoscimento delle malformazioni non è un obiettivo specifico dell’ecografia del III trimestre. Nella popolazione a basso rischio, l’ecografia può identificare anomalie strutturali congenite non diagnosticate precedentemente o che per la loro natura evolutiva si manifestano solo nel III trimestre di gravidanza. La valutazione ecografica verrà rivolta al ventricolo cerebrale distale più facilmente visibile, alle 4 camere cardiache, allo stomaco, ai reni e alla vescica. Non è sempre possibile valutare correttamente questi organi per limiti legati allo studio ecografico nel corso dell’ultimo trimestre di gravidanza. Inoltre un certo numero di malformazioni a carico degli organi studiabili nel III trimestre, a causa di una tendenza all’evolutività, potrebbero non essere rilevabili anche nel corso di tale esame ecografico ed evidenziarsi solo dopo la nascita.